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The greatest design challenge of all time
18 September 2020 — Doing good design isn't enough anymore. We need to look at the bigger picture if we aim to redesign the world.
Buona parte delle scuole e dei corsi superiori di design sembra rimasta ferma nel tempo, ancorata a una concezione novecentesca idealizzata del designer, soprattutto nell’area che riguarda il Brand.
In classe, si imparano tecniche per progettare un logo, un sistema di packaging e una campagna pubblicitaria, ma difficilmente ci si sofferma a riflettere sul contesto più ampio in cui operano oggi i e le designer: il legame acritico tra design e capitalismo, le conseguenze delle scelte dei Brand sulle dinamiche sociali ed ecologiche, l’influenza del branding nel discorso politico.
Il Brand del XXI secolo non è più solo un marchio su un prodotto, un nome, una tagline, un colore. Il Brand esiste nelle menti degli individui e delle comunità con cui entra in contatto: ha un’immagine proiettata, percezioni su di esso possedute da altri (che non può controllare), relazioni con altre persone e organizzazioni, responsabilità nei confronti della collettività e delle generazioni future.
Quindi, il ruolo dei e delle Brand designer del XXI secolo sarà sempre meno quello di disegnare loghi, pattern e pubblicazioni per le aziende e sempre più quello di aiutare Brand di ogni tipo (non solo quelli commerciali) a evolversi, governando il cambiamento futuro e sfruttando i propri poteri di attrazione per generare valore nella società.
Il corso di Scenari futuri (che insegno ormai da 5 anni al Triennio di Graphic Design & Art Direction della NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano) mira a colmare – almeno parzialmente – questa lacuna nell’educazione al design, fornendo alla nuova generazione di designer:
18 September 2020 — Doing good design isn't enough anymore. We need to look at the bigger picture if we aim to redesign the world.